Se sei alle prime armi nell’audit SEO dei siti web e vuoi destreggiarti nella giungla di strumenti SEO gratuiti, eccone alcuni dai quali partire.
Una precisazione: oggi parliamo di SEO come ottimizzazione On site, tralasciando invece l’ambito di ottimizzazione Off site.
Non preoccuparti, la SEO On site è comunque vastissima: si occupa di crawling, priorità delle pagine, struttura dei link interni ed esterni, pulizia del codice Html, ottimizzazione dei meta tag, velocità di caricamento, ma anche di usabilità, flussi di marketing e creazione di pagine e contenuti orientati alla conversione.
Tanta robba insomma;-)
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Gli operatori SEO con sale in zucca dovrebbero avere un obiettivo comune con i motori di ricerca: fornire agli utenti web risultati rilevanti in funzione delle loro ricerche.
Ecco perché la comprensione del tuo pubblico di riferimento diventa l’elemento cruciale per creare una strategia di marketing dei contenuti efficace.
Focalizzati sugli utenti della tua nicchia di mercato e studia in che modo cercano i tuoi servizi, i tuoi prodotti, le risorse che metti a loro disposizione. Quando lo avrai capito saprai soddisfare al meglio le loro esigenze.
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Ok, lo so che lo sai.
Dal 2012 in avanti, con il rilascio dell’aggiornamento di Google chiamato Penguin, il mondo della link building ha subito un grosso contraccolpo. In particolare negli anni successivi al 2012, a ogni aggiornamento di Penguin, l’attenzione del motore di ricerca sulla qualità dei link e i sui profili innaturali di backlink si è fatta più consapevole.
Ogni aggiornamento di Google Penguin (versione 2.0 nel Maggio 2013, seguita dalla 2.1 a Ottobre 2013 e dalla 3.0 a Ottobre 2014) ha portato nuove penalizzazioni automatiche a tanti siti che avevano creato link selvaggiamente.
Ma la nostra storia non tratta come uscire da una penalizzazione automatica di Google Penguin, bensì narra come siamo riusciti a uscire da una delle penalizzazioni peggiori che un sito web possa subire: una penalizzazione manuale che prevede il ban dell’intero dominio.
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Sviluppare l’architettura di un sito web in modo SEO-friendly significa armonizzare un insieme discordante di fattori, per comunicare chiaramente al motore di ricerca i tuoi obiettivi.
Come puoi comunicare nel modo giusto gli obiettivi del tuo sito web? Assicurati che le tue pagine siano accessibili agli spider dei motori di ricerca.
Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è, dal momento che esistono formati molto meno accessibili di altri.Leggi tutto…
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Fare l’analisi (audit) di un sito web è uno dei compiti più importanti di un professionista SEO.
Purtroppo ancora molti sviluppatori di siti web (e di CMS) ignorano alcuni passaggi fondamentali per rendere accessibili le singole pagine web ai crawler dei motori di ricerca.
Il tuo sito web deve avere una base solida di ottimizzazione SEO se vuoi che ottenga una certa visibilità sui motori di ricerca.
Vediamo i passaggi chiave che devi compiere quando decidi di fare l’audit SEO di un sito per individuarne eventuali criticità.Leggi tutto…
Oggi ho deciso di sostituire la puntata programmata della nostra guida alla creazione di una landing page efficace con questo articolo sulla deindicizzazione di una pagina web, a seguito delle numerose richieste dei nostri partner e clienti.
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I contenuti e la SEO, si salvi chi può.
Quante volte hai letto testi scritti solo per posizionarsi su Google e infarciti di parole chiave? Roba da chiodi, della serie:
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Quale SEO copywriter non ha provato questa ebrezza in passato? Sì, io pure.
Quando ho iniziato a studiare la SEO nel 2010 la percentuale ideale di keyword density è una delle prime cose che mi ricordo, insieme alla prossimità e rilevanza di una parola chiave.
Ma oggi mi sono chiesto: “Da dove nasce questa orripilante mortificazione della lingua italiana, che ha contribuito a trasformare l’espressione contenuti SEO in un ossimoro?”.
Per capirlo dobbiamo tornare alla nascita della cosiddetta SEO Copywriting.
Siamo a ridosso della nascita dei primi motori di ricerca: 1995 per Altavista, 1996 per HotBot, i principali all’epoca.
E Google? Google, operativo dal 1999, ha provato a schivare la piaga della keyword density con la rivoluzionaria attribuzione di una misura di autorevolezza ai siti inclusi nel proprio database, così da restituire per ogni query una graduatoria basata non solo sul fatto che le parole chiave cercate erano in posizione di prominenza (nei link o nei titoli della pagina), ma anche sull’autorevolezza dei siti nei quali comparivano.
Tutto inutile, perché in quegli anni effettivamente la keyword density era un fattore che funzionava abbastanza per il posizionamento sui motori di ricerca, e questa consapevolezza da parte della nascente comunità SEO causò l'”evocazione” di una serie di regole preconfezionate, tuttora appiccicate al nostro retaggio culturale, del tipo:
Insomma, queste erano le regole per diventare favolosamente ricchi, posizionandosi primi nei risultati di ricerca.
Ma mentre l’elaborazione del linguaggio naturale ha continuato a evolversi e migliorare anche con l’arrivo di Hummingbird, gli atteggiamenti nei confronti del copywriting per il web sono rimasti al palo.
Ok, è vero che oggi diciamo sempre che bisogna “scrivere per le persone e non per i motori di ricerca”, ma tanti SEO parlano ancora di densità delle parole chiave e percentuali correlate.
Purtroppo la SEO copywriting è stata vista solo per le sue caratteristiche sbagliate.
Perché diciamolo, il posizionamento sui motori di ricerca interessa ancora a tutti.
La dipendenza da graduatoria di Google è potente in tutti noi, ma può essere assecondata perseguendo obiettivi qualitativi, che possono durare nel tempo.
Prima di iniziare un progetto web non mi devo chiedere quante volte ho inserito la parola in un testo, ma per esempio cosa posso fare per distinguermi come mucca viola, come posso aumentare le conversioni, come posso suscitare emozioni e accompagnare il lettore verso un’esperienza di navigazione entusiasmante.
Non preferiresti avere un marchio riconoscibile e apprezzato, piuttosto che un elenco di parole chiave e una valanga di testi illeggibili?
La “SEO copywriting” è stata ridotta a una manciata di principi di base che ogni scrittore intelligente può imparare (e imparare a odiare) in meno di un’ora. Cerchiamo allora di abbandonare le “buone pratiche”, altrimenti dette “principi fuorvianti”.
Se stai cercando di orientarti alla scrittura per il web, intimorito dalle formule matematiche e dai milioni di tool presenti sul mercato, fermati e rifletti: divertiti a creare un’idea nuova. Da dove possiamo ripartire allora? Io provo a scrivere un decalogo di nuove linee guida per fare SEO copywriting… poi finisci tu nei commenti, ok? Iniziamo:
Mi sono dimenticato qualcosa? Aggiungilo tu nei commenti…
PS. ho usato 9 volte la parola “keyword density”, con questa 10. Sarò mica caduto nel keyword stuffing? 😉